IL PROGETTO

Un bel giardino come un bel paesaggio non si eredita, si progetta. Ogni intervento sullo stato di fatto possiede una componente paesaggistica che va attentamente studiata per le relazioni che possiede con il tutto: con il contesto naturale, il costruito ed il culturale. Il giardino non finisce con la rete di confine ma costituisce un unicum un continuum con il paesaggio circostante. Chiaramente 
va da se che non tutti i giardini sono belli, ma che molte realizzazioni sono occasioni perse.

Per questo il PAESAGGISTA è la figura chiave per ridare vita alla bellezza.

I giardini che realizzo sono caratterizzati dal fatto che non sono miei ma vostri, diventano un’opera originale, e adatta al luogo. Per questo è fondamentale da parte mia conseguire la massima familiarità con le vostre aspettative. Le conversazioni, i dialoghi con voi, permettono di capire al meglio le vostre esigenze e garantiscono sempre la migliore riuscita dell’opera. 

Successivamente è necessario un dialogo con la natura del luogo cosi da accordarsi con i ritmi, con le vocazioni naturali e le azioni culturali di quel particolare paesaggio. In parole più tecniche si rende necessaria: l’Analisi paesaggistica.

Una buona lettura del paesaggio è indicativa delle operazioni da potersi realizzare, quelle più adatte, si rivela quindi utile per abbassare i costi di manutenzione. Infatti il giardino una volta realizzato necessità di attente cure che garantiscono la durata della bellezza. Una progettazione mal fatta genera alti costi di manutenzione cosi che nel tempo l’opera diventa insostenibile e si abbruttisce.

Al fine la realizzazione deve possedere il tatto e la delicatezza, come una potatura ben fatta che lascia la pianta bella al naturale. E’ la bellezza che deve testimoniare l’intervento, non l’intervento. 

L’operazione senz’altro più difficile é quella di armonizzare le diverse componenti tra loro: le aspettative ed i desideri personali, la vocazione naturale (la figura é già disegnata nel pezzo di marmo diceva Michelangelo Buonarroti, basta solo scolpirla) le stratificazioni culturali. Al fine è necessario che non sussista contrasto, che non si alterino gli equilibri ed i ritmi, cosi che l’opera risulti bella. Bella significa vera adatta a quel posto anche in termini funzionali, resa giusta per quel posto giustificata appunto.
Un posto bello è un posto godibile dove la persona sta bene.

Ogni giardino, una volta realizzato è dotato, per la componente del verde, di un proprio Piano di Manutenzione. E’ un piccolo fascicolo, una guida, che passando in rassegna ogni componente vegetale (alberi, arbusti, erbacee ecc.) indica, per ogni stagione, i lavori di manutenzione necessari. 

IL PROGETTO DI MASSIMA

Il progetto di massima parte da uno schizzo, un’abbozzo, per mettere insieme pensieri, invenzioni, idee, poesie e musiche. 
Il primo momento è una creazione, un’ illuminazione, capace di mettere in luce quel particolare angolo di paesaggio. Attraverso il disegno, di quel paesaggio, si mettono poi a fuoco:  1) gli angoli particolari, per ciascuno dei quali si riconosce un segno, una valenza;  2) i collegamenti, sia psicologici che fisici di percorso;  3) i tratti volumetrici, interventi in piano ed in volume. 

IL PROGETTO ESECUTIVO

L’idea diventa realtà. Al progetto di massima viene data la fattibilità, come dire tutto quello che ci aspettavamo che avevamo sognato è fattibile. E’ fattibile in questi precisi termini. Tutte le singole componenti vengono descritte, analizzate e valutate nella successione dei lavori particolari di cui necessitano. Con questo documento è possibile pervenire alla spesa.
Da questo momento il dialogo con il committente si fa più concreto: tutte le strade sono ancora aperte, si può chiedere di più, pensare ancora più in grande, come fermarsi e chiedere meno.

IL PROGETTO OPERATIVO



Questa operazione trasporta l’opera dalla carta al terreno. Rende visibile e concreta l’idea, non solo, ma la rende fattibile. Mi spiego con questo esempio: volendo creare un abito su misura il disegno viene riportato sulla stoffa, la quale una volta cucita viene tagliata indosso, su misura. Cosi si procede per il giardino. Con la polvere di gesso si disegna sul terreno il progetto voluto, dimensionando il medesimo sul posto. Cosi lo si scala opportunamente e lo si “vede”. Talvolta si tratta di un’opera particolare che necessita di un approfondito scambio di idee tra il progettista ed il committente, poiché una volta realizzata, pur rappresentando un particolare che può assurgere ad una sua peculiare bellezza, diventa parte integrante del paesaggio e contribuisce a formare l’architettura del giardino.
Gli esempi proposti riportano le fasi principali della realizzazione ed evidenziano attraverso le immagini scelte tra le tante, il momento primo, la lavorazione in corso d’opera, e l’aspetto raggiunto al termine. 

PARTICOLARI

I particolari sono disegni specifici per angoli del giardino, oppure oggetti di arredo disegnati come opere originali adatte a quel posto o ancora variazioni in corso d’opera conseguenti al progetto operativo, oppure uno schietto cambiamento di idea che potrebbe non necessitare di disegno ulteriore ma di un semplice accordo orale.
Le rappresentazioni del particolare possono avvenire utilizzando diverse immagini, ad esempio: disegni tecnici forniti di tutte le specifiche misure; disegni artisti, pittorici; o ancora rendering fotografici 3D o in movimento, ad esempio filmati.

LA REALIZZAZIONE

Tutti gli interventi che da questo momento in poi si pongono in essere sono direttamente legati alla analisi paesaggistica di progetto, dove già si sono valutati tutti i fattori naturali (precipitazioni, radiazione solare, ventosità, giacitura , esposizione, orientamento, natura del terreno altitudine vicinanza al mare, vegetazione autoctona ecc..) i fattori culturali (gli usi del suolo, i collegamenti, i valori delle aree, i valori archeologici, i valori architettonici, le tradizioni ecc…) cosi come le aspettative, e desideri della committenza.
La realizzazione di un giardino passa inevitabilmente attraverso diversi momenti che qui riassumo nelle fasi che ritengo importanti. Li elenco pressoché in ordine di effettuazione ed intendo rispondere alla frequente domanda della committenza sulla tempistica delle operazioni.



MOVIMENTI TERRA

Sono opere di modellamento, necessarie per funzionalità ed estetica, che rendono il giardino cosi come nel progetto lo si è desiderato.
Servono per ottimizzare gli spazi, per armonizzarli, per usufruire di una spazio impervio (versanti collinari con elevata pendenza) o per controllare opportunamente lo scorrere delle acque meteoriche.
Per effettuarli ci si avvale di diversi mezzi meccanici che favoriscono e facilitano enormemente tali operazioni, ed anche di diverse tecniche, come ad esempio le terre armate, mediante l’utilizzo delle quali è possibile pensare ad ampliare superfici pianeggianti altrimenti risicate.

REGIMAZIONE ACQUE

Si tratta di favorire il deflusso delle acque in eccesso. In modo da evitare pericolosi ristagni idrici o ancor più oggi pericolosissimi allagamenti. Questi ultimi infatti possono avere conseguenze devastanti anche per piccoli giardini come smottamenti e frane.
Sono drenaggi, canaline, pozzetti, caditoie, bocche di lupo, pilette, pozzi di raccolta, opportune pendenze ecc…

IRRIGAZIONE





E’ una operazione che i giardinieri di professione un tempo facevano a mano utilizzando dei semplici tubi di gomma o ancor prima dei secchi.
Ora questo non è più possibile, o meglio è possibile, data però una conoscenza dei diversi fabbisogni idrici per le diverse specie, una dedicazione di tempo che spesso non è poco, perché irrigare non significa bagnare, ma stare sulla pianta per il tempo necessario affinché l’acqua caduta sia sufficiente, ne troppa, per evitare inutili e costosi sprechi, ne poca, per le ovvie negative conseguenze.
L’impianto di irrigazione contribuisce al risparmio dell’acqua, al risparmio del tempo, sempre utile per altre operazioni richieste dal giardino, ed è anche una comodità notevole capace di eseguire l’operazione in nostra assenza.
È un complesso impianto tecnico che serve a sostenere le piante in mancanza o in carenza di precipitazioni piovose, utile soprattutto nei primi 2 o tre anni dall’impianto, dopo di che può essere ricalibrato, viste le diverse esigenze di piante ormai adulte capaci di una maggiore autonomia.
E’ costituito di diverse parti tra le quali: la centralina di comando, le tubazioni principali interrate, le elettrovalvole, le diverse tipologie di irrigatori, la rete di erogazione superficiale o ala gocciolante, i sensori pioggia ecc.

ILLUMINAZIONE







Quando scende il buio, quando il sole tramonta il giardino non si vede più, già questo sarebbe un valido motivo per accendere la luce, ma non è un motivo sufficiente, infatti non basta vedere per poter camminare, ma è necessario vedere per gustare, pensare, sognare, godere del giardino in modo più completo possibile. In particolare la notte è proprio quel momento della giornata che a questo spazio all’aperto, o in veranda, o in terrazza, sa dare le suggestioni più belle, sa trasmettere le sensazioni più vere. Per questo non basta accendere genericamente la luce, ma è necessario, una volta individuati i diversi spazi, dare a ciascuno la propria. 
E’ certamente un piacere al tramonto, al calar della giornata, poter contemplare una architettura, un contorno, un prato su cui passa una lama di luce diffusa. La luce dunque non per copiare il giorno, ma per creare qualcosa di nuovo che il giorno non sa dare, angoli di nuova suggestione, scorci, visuali, prospettive particolari, che percorrendo il giardino di giorno nemmeno possiamo immaginare.
Certo un PAESAGGISTA come un LIGHTING DESIGNER per le conoscenze che ha di architetture vegetali, di materiali, di colori, di profumi, di superfici, di volumetrie e per come riesce nei particolari appropriati accostamenti, solo è capace di esprimere una sensibilità originale e di valorizzare la notevole messe di apparecchi presenti oggi sul mercato: luci di agibilità, di orientamento, di profondità, di contrasto. Segni luminosi a “ramage” per forme vegetali fastigiate o allargate, basse o alte; orientata: a lama di luce, a raggio di luce, a punto di luce; per valorizzazione scenografiche: a effetto “Wall-Washer” su pareti, o su acciottolati a effetto “Sparkling”, ad enfatizzazione dei contorni con fibre ottiche, o luce tracciante con effetti di lampi; o diffusa su pelo d’acqua, o subacquea.
E’ dunque un’arte fatta di bellezza scienza e tecnica. Ed è proprio un tecnico che seguito pari passo dal PAESAGGISTA - LIGHTING DESIGNER materialmente realizza mediante scavi, cavi elettrici, corpi illuminanti, centraline ecc…, questa sinfonia di paesaggio notturno.

PIANTAGIONE









Si tratta ora i vestire il paesaggio mediante forme in piano come i prati o in volume come i tappeti di piccole piante o le macchie di siepi o di alberi. Anche qui la sensibilità del ARTISTA-PAESAGGISTA si esprime secondo le sue diverse conoscenze e capacita originali.
Tante sono le specie vegetali esistenti e per ognuna altrettante numerose sono le varietà, gli ibridi, le cultivar. Un’ innumerevole carosello di colori, sfumature con altrettanti profumi e forme. 
Ogni pianta ha la sua architettura, il suo disegno di foglia, il suo portamento di rami, il suo tipo di tronco, il suo colore. Di più, tutto questo varia con le stagioni, la pianta non è mai uguale a se stessa, in primavera mostra un aspetto, in estate un altro e cosi in autunno ed in inverno. Per alcune è originale il colore o il profumo della bacca invernale, per altre il colore delle foglie in autunno.
Le dimensioni sono un altro aspetto importante da saper cogliere. Alcune mantengono quelle dell’epoca di piantagione, altre crescono poco, altre ancora crescono enormemente.
Faccio solo un nome di una specie vegetale conosciuta, per rendersi conto di quale mondo stia dietro la semplice pronuncia della parola: ROSA. Quali forme , quali colori, quali profumi quali suggestioni e sensazioni questo nome provoca nella nostra mente. La capacità di gestire, di armonizzare, di sintetizzare tutto questo in una sinfonia, in un unicum, in un giardino è propria del PAESAGGISTA.
Le piante devono prima essere pensate, scelte, disposte. Nello spazio a loro dedicato non devono essere ne poche ne troppe, in modo che alla fine l’effetto riesca cosi come progettato, che la macchia di colore sia quella voluta, che il profumo non sia eccessivo o insignificante, che il volume non sia esagerato o minimo.

ARREDO



Questo momento della realizzazione del giardino e particolarmente impegnativo, si sposa la natura con il manufatto, con un oggetto costruito. Cosi come tante sono le forme vegetali di cui ho detto alla voce “piantagione” tanti sono gli arredi possibili. Di conseguenza si potrebbe dire che l’enorme possibilità di scelta renda facile una soluzione adatta. Ed infatti di solito è cosi, si trovano in commercio forme diversissime e belle per ogni funzione necessaria: un gazebo per vestire un’area di “living” una seduta opportunamente scelta per un area di sosta, oppure un angolo dedicato al riposo dove si intravede tra la vegetazione, opportunamente disposta, una amaca dal disegno originale.
Di solito è cosi quello che serve si trova, ma non sempre l’esistente soddisfa il cliente e/o il paesaggista, cosi si rende necessario il disegno, la progettazione del particolare che manca, del pezzo di arredo che soddisfa. In questi casi è IL PAESAGGISTA che attraverso una fitta conversazione con il committente per capirne i gusti, crea l’oggetto che valorizza l’angolo.
Il giardino diventa personale si modella attorno al cliente il quale sempre di più trasforma il giardino nel suo giardino. 

OPERE



Le opere come gli arredi sono delle costruzioni, degli artefatti, in questo caso mi riferisco al costruito del quale porto alcuni esempi. Il giardino di norma non è mai molto costruito, però la presenza dell’architettura costituisce una trama di elementi qualificanti e caratterizzanti il paesaggio.
Sono opere come: scale, muretti di contenimento, pavimentazioni, pozzi, vialetti, recinzioni, dissuasori, pergole, serre ecc…
Per questo motivo il PAESAGGISTA non solo opera con il materiale naturale ma necessita di buone basi architettoniche.
Come più volte ho avuto occasione di ripetere, il giardino è il risultato di un opera di progetto, quindi culturale, che però sa leggere la natura e bene si sposa con lei, non tralasciando la storia del luogo e tutte le stratificazioni che nel tempo hanno caratterizzato quel angolo di paesaggio. Ecco perché la conversazione fitta con il cliente la familiarità massima con le sue aspettative e volontà, assume un aspetto importante, poiché queste devono essere realizzate poste in atto senza creare fratture, infatti l’originalità del luogo permette certe cose ed altre no. Queste conoscenze, queste attenzioni creano alfine bellezza..

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